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Tutto è beffardamente sconnesso e la sintassi riflette questi nessi saltati nel mondo, esasperando la metaforicità del dettato, unendo quel che è senza rapporto e spezzando quel che è collegato, comportandosi insomma come se fosse plasmata da «una mente che spariglia momenti». È così, per esempio, che diventa possibile aggrapparsi al più etereo e inafferrabile dei supporti: una spolverata di «lentiggini sopra palpebre». Il lettore già familiare con la poesia di Cellotto riconoscerà in queste «slogature sintattiche», come le definì Gian Mario Villalta commentando Pertiche, una caratteristica distintiva dell’autore. E in effetti Non essere si pone in continuità con ciò che la precede, insistendo per esempio su quelle «illusioni/delusioni foniche» (ancora Villalta) che comparivano perfino nel libro in prosa Abbiamo fatto una gran perdita, assorto epistolario a senso unico (il protagonista, Martino, non spedirà mai le lettere ai rispettivi destinatari). E a pensarci bene questa nuova raccolta sembra proprio un prolungamento ideale dell’epistolario di Martino e della sua tentazione di non essere. Non essere come sparire, non essere come non ritornare, non essere come morire, non essere come mancare. Ed è proprio quest’ultimo verbo, «mancare», a scandire la raccolta con premeditata regolarità, rosicchiando dal di dentro l’esistente, producendo una lacuna che si espande e si espande, e che vorrebbe azzerare tutto con sé.
(dalla Prefazione di Maria Anna Mariani)
Non essere di Alberto Cellotto
prefazione di Maria Anna Mariani
collana di poesia Nereidi
ISBN: 978-88-97374-40-4
pp. 88 – euro 10
(anno di pubblicazione: 2019)
Finalista Premio Bologna in Lettere 2020
Alberto Cellotto è nato a Treviso nel 1978. Ha pubblicato i libri di poesia Vicine scadenze (Zona, 2004, prefazione di Antonio Turolo, Premio APS di Pordenonelegge 2004), Grave (Zona, 2008, prefazione di Fabio Franzin), Pertiche (La Vita Felice, 2012, prefazione di Gian Mario Villalta), Traviso (Prufrock spa, 2014, menzione di merito Premio Achille Marazza 2015) e la plaquette illustrata da Nicolò Pellizzon I piani eterni (La collana Isola, 2014), Non essere (Vydia editore, 2019, prefazione di Maria Anna Mariani). Ha tradotto Duluth di Gore Vidal, Canzoni per la scomparsa di Stewart O’Nan (Fazi) e Una speculazione sul grano di Frank Norris (Amos Edizioni). La sua prima opera narrativa è il libro epistolare Abbiamo fatto una gran perdita (Oèdipus, 2018). Altro su www.albertocellotto.it.
Un estratto sul Blog Poesia della Rai
Un estratto su Poesia del Nostro Tempo
Un estratto su Nuovi Argomenti
Intervista dell’autore a Il posto delle parole (dicembre 2019)
Recensione di Laura Di Corcia su La Balena Bianca (marzo 2020).
Recensione di Lorenzo Mari su Carteggi Letterari (aprile 2020)
Premio Bologna in Lettere 2020 – nota critica di Giusi Montali
Recensione di Luca Vaglio su Gli Stati Generali (maggio 2020)
Dialogo con Davide Castiglione su La Balena Bianca (luglio 2020)
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