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Vincitore Premio Nazionale “Luciana Notari 2018” per la Poesia Edita (presidente della giuria Elio Pecora), 2018
Vincitore Primo Premio Speciale Poesia Edita in dialetto – Premio Nazionale “Thesaurus- Albarella” 2017
Secondo Classificato Premio Internazionale “Don Luigi Di Liegro” 2017 – Sezione Poesia Edita
Selezione Premio Nazionale “Elio Pagliarani” 2017 – sezione Opera Edita
Segnalazione Premio “Citta’ di Grottammare” 2017 – sezione Opera Edita di Poesia
Da alcuni decenni il nome di Fabio Franzin è ben noto ai lettori di poesia; che lo associano principalmente al tema del lavoro, della fabbrica e a tutto il groviglio di vite e contraddizioni di quel mondo. (…) Eppure nella già vasta opera di Franzin non è affatto assente almeno un’altra armonica, che dagli interni/inferni industriali conduce verso l’auscultazione del mondo naturale, e con esso della memoria che il paesaggio evoca. (…) A questa seconda intonazione poetica appartengono i testi di erba e aria; per i quali dunque non si può certo parlare di assoluta sorpresa, ma piuttosto di paziente continuità con le proprie radici poetiche. E tuttavia (…) il lettore non può non avvertire stavolta un moto di stupore: non per i temi o l’ambientazione, dunque, né per la scelta dialettale già ampiamente sperimentata, sì invece per la leggerezza, per l’impalpabile felicità dello sguardo e dell’espressione, che si confronta con gli elementi basici del paesaggio naturale attraversato dalla storia umana: l’erba, l’acqua, l’aria, le ali, i fiori, e il dedalo di sentieri, viottoli e stradine che in quell’ambiente si inoltrano. La compresenza del passato nella contemplazione del presente esclude infatti il motivo nostalgico, il bozzetto naturale o la regressione a un pascolismo immotivato e anacronistico (…) Questa esclusione della nostalgia a favore della pienezza presente ha come conseguenza stilistica (…) una straordinaria attenzione ai più minuti aspetti fonico-timbrici, che esaltano le potenzialità del dialetto, e che sono messi al lavoro in questo libro per restituire sulla pagina la vivacità sonora e la lucentezza del paesaggio rappresentato, a cui corrisponderanno dunque, nella profondità pulsante del dettato poetico, una tessitura timbrica, una tramatura di suoni, di sillabe, di impennate ritmiche che rendono molte di queste poesie dei piccoli miracoli di equilibrio.
(dall’Introduzione di Fabio Pusterla)
«Camminare / è pregare con i piedi» dice Fabio Franzin in una sua poesia. E ancora: «la distanza tra noi e il sacro // è un pellegrinaggio da compiere». Il suo libro Erba e aria è in definitiva questo: un atto d’amore per la scrittura come cammino, peregrinazione verso l’origine, ritorno alla terra e a quell’aria che la nutre e la vivifica. Il cammino non reca tracce di nostalgia; scongiura l’idillio perché, ci dice ancora il poeta, «quel passato / è ancora qui, con me, fra lo sguardo e il cuore». La memoria è dunque non regressione ma radicamento. L’incontro con i luoghi, con il variegatissimo mondo vegetale e animale, e anche quello con i morti, è un viatico verso un amore per la vita più profondo e consapevole. «I segni verdi» di cui il paesaggio è intessuto sono scritture, laicamente sacre, in cui individuarsi, inscriversi e da cui scrivere il proprio paesaggio, aperto e accogliente con l’altro da sé. Per una simile impresa c’era bisogno di tornare alla lingua delle origini: un dialetto geograficamente ben individuato ma su cui si innestano le inevitabili varianti di chi la lingua la ricrea, con effetti fonico-timbrici e ritmici di grande finezza e felicità espressiva, che restituiscono alla natura i suoi suoni, i colori, i guizzi più impercettibili e vitali di quel tutto che ci accoglie e ci ricomprende. (dalla motivazione del Premio Nazionale Luciana Notari 2018 – Primo Classificato Poesia Edita)
Fabio Franzin è nato nel 1963 a Milano. Vive a Motta di Livenza, in provincia di Treviso. E’ redattore della rivista di civiltà poetiche “Smerilliana”. Ha pubblicato le seguenti opere di poesia: Il groviglio delle virgole, Stamperia dell’arancio, 2005 (premio “Sandro Penna”), Pare (padre) Helvetia, 2006, Mus.cio e roe (Muschio e spine), Le voci della luna, 2007 (premio “San Pellegrino”, premio “Insula Romana” e premio “Guido Gozzano”) , Fabrica, Atelier, 2009 (Premio “Pascoli”, Premio “Baghetta”), Rosario de siénzhi (Rosario di silenzi – Rožni venec iz tišine) Postaja Topolove, 2010, edizione trilingue con traduzione in sloveno di Marko Kravos, Siénzhio e orazhión (Silenzio e preghiera) Edizioni Prioritarie, 2010, Co’e man monche (Con le mani mozzate) Le voci della luna, 2011 (premio “Achille Marazza”, finalista al premio “Antonio Fogazzaro”), Canti dell’offesa, Il Vicolo, 2011, Margini e rive, Città Nuova, 2012, Bestie e stranbi, Di Felice (I poeti di Smerilliana), 2013, Fabrica e altre poesie, Ladolfi editore, 2013, Sesti/Gesti, Puntoacapo, 2015, Erba e aria, Vydia, 2017 (Premio “Thesaurus” 2017, premio “Luciana Notari” 2018); Corpo dea realtà/Corpo della realtà, Puntoacapo, 2019 (Premio “Franco Fortini” 2019); Prà de paròe, Sassiscritti, 2020.
Un’anticipazione di “Erba e aria” su Milanocosa, con una nota di lettura di Adam Vaccaro.
Tre testi da “Erba e aria” pubblicati in anteprima su Atelier (11.01.17)
” ‘Erba e aria’, la poesia e’ naturale” (Elena Grassi su La Tribuna di Treviso, 29.12.2016)
Un estratto da “Erba e aria” su Nazione Indiana
Una recensione a cura di Giampietro Fattorello su “Versante ripido”
Un’intervista a Fabio Franzin a cura di Pasquale di Palmo su “Succedeoggi”
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