La vita sa essere ordinaria e stravagante, lieta e sconvolgente. Lo sanno bene i protagonisti di questo romanzo, prigionieri di una tenue monotonia di provincia fatta di piccoli piaceri e malcelate frustrazioni, di misteri e segreti inconfessabili. I punti di vista si accavallano e i destini si incrociano, mentre il racconto procede a ritroso verso una serie di folgoranti rivelazioni e un piccolo mondo sembra pulsare all’unisono, accomunato dallo stesso sangue, dalla stessa “linfa”. L’universo vegetale non è soltanto una metafora: con i suoi infiniti cicli e i suoi silenzi, racchiude una promessa di eternità di fronte alla morte e uno spazio di ascolto per questi personaggi così vicini eppure così soli.
Adriana Libretti vive e lavora a Milano. Ha pubblicato la raccolta di racconti “Incontri di stagione”, l’epistolario “Lettere a un cretino” e il romanzo “Un dolore senza fissa dimora”.
È attrice di prosa, cinema e pubblicità, doppiatrice e autrice teatrale. Ha messo in scena suoi pezzi di cabaret allo Zelig di Milano, mentre per la prosa ha scritto e rappresentato “Mi parve di sentir cantare (Omaggio ad Anna Maria Ortese)”. Collabora da anni con il Teatro Alkaest di Milano.
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